Concetti relativi al clustering di Exchange Server 2003

 

Ultima modifica dell'argomento: 2007-06-28

Le tecnologie del Servizio cluster di Windows possono aiutare a ottenere scalabilità, disponibilità, affidabilità e tolleranza di errore per l'organizzazione di Exchange 2003. Un cluster è composto da singoli computer, chiamati anche nodi, che funzionano in modo coesivo in un Servizio cluster. Tali computer funzionano come provider di servizi di rete o come computer di riserva che si assumono la responsabilità dei nodi su cui si è verificato un errore. A seconda della configurazione, il cluster è in grado di semplificare il processo di ripristino di un singolo server in situazioni di emergenza.

Nota

La soluzione di clustering descritta in questo argomento (Servizio cluster di Windows) non è supportata sui server front-end. I server front-end dovrebbero essere server autonomi oppure è consigliabile eseguire il bilanciamento del carico di tali server utilizzando la funzione Bilanciamento carico di rete (NLB, Network Load Balancing) di Windows Server 2003. Per informazioni sulla funzione NLB e sulle configurazioni dei server front-end e back-end, vedere "Affidabilità dell'accesso a server front-end di Exchange" in Misure per la tolleranza di errore a livello di sistema.

In un ambiente cluster Exchange viene eseguito come server virtuale, non come server autonomo, perché da qualsiasi nodo di un cluster è possibile assumere il controllo di un server virtuale. Se sul nodo su cui è eseguito il server virtuale di Exchange si verificano dei problemi, il server virtuale di Exchange non sarà in linea per un breve periodo di tempo, finché il controllo del server virtuale non viene assunto da un altro nodo. Tutti i consigli offerti per il clustering di Exchange 2003 riguardano configurazioni di cluster di tipo attivo/passivo. Per informazioni sulle configurazioni cluster di tipo attivo/passivo e attivo/attivo, vedere "Configurazioni cluster" più avanti in questo argomento.

Una configurazione consigliata per il cluster di Exchange 2003 prevede quattro nodi: tre attivi e uno passivo. Ogni nodo attivo include un server virtuale di Exchange. Questa configurazione è economica perché consente l'esecuzione di tre server di Exchange attivi garantendo al tempo stesso la protezione tramite failover con il server passivo.

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Nota

Tutti i quattro nodi di questo cluster eseguono Windows Server 2003 Enterprise Edition ed Exchange 2003 Enterprise Edition. Per informazioni sulla configurazione hardware, di rete e di archiviazione dell'esempio, vedere "Scenario con cluster a quattro nodi" in Guida alla distribuzione di Exchange Server 2003.

In questa sezione vengono descritti i seguenti aspetti del clustering di Exchange 2003:

  • Servizio cluster di Windows
  • Server virtuali di Exchange
  • Risorsa disco quorum
  • Configurazioni cluster
  • Requisiti di versione per Windows ed Exchange
  • Esempio di topologia cluster a due nodi
  • Concetti relativi ai failover
  • Indirizzi IP e nomi di reti

Servizio cluster di Windows

Per creare cluster di Exchange 2003, è necessario utilizzare il Servizio cluster di Windows. Il Servizio cluster di Windows è una funzionalità di Windows Server 2003 Enterprise Edition e Windows Server 2003 Datacenter Edition e consente di controllare tutti gli aspetti del clustering di Windows. Quando il programma di installazione di Exchange 2003 viene eseguito sul nodo di un cluster Windows Server 2003, viene automaticamente installata la versione con supporto cluster di Exchange. In Exchange 2003 vengono utilizzate le seguenti funzionalità del Servizio cluster di Windows:

  • Architettura "Shared nothing"   Per i cluster back-end di Exchange 2003 è richiesto l'utilizzo di un'architettura "shared nothing". In un'architettura "shared nothing", è possibile accedere agli archivi condivisi da tutti i nodi del cluster, ma non è possibile accedere contemporaneamente alla stessa risorsa disco dell'archivio condiviso. Ad esempio, se il Nodo 1 nella figura 5.3 è il proprietario di una risorsa disco, nessun altro nodo nel cluster potrà accedere alla risorsa disco fino a quando non ne diventerà proprietario.
  • DLL risorsa   Windows comunica con le risorse di un cluster mediante una DLL delle risorse. In Exchange 2003 è disponibile una DLL delle risorse personalizzata (Exres.dll) per comunicare con il Servizio cluster. La comunicazione tra il Servizio cluster ed Exchange 2003 risulta personalizzata per fornire tutte le funzionalità del Servizio cluster di Windows. Per informazioni su Exres.dll, vedere l'articolo 810860 della Microsoft Knowledge Base "XGEN: Architettura della libreria di risorsa di collegamento dinamico (Exres.dll) di Exchange."
  • **Gruppi   **In Exchange 2003 vengono utilizzati i gruppi di cluster Windows per contenere i server virtuali di Exchange in un cluster. Un server virtuale di Exchange in un cluster è un gruppo di cluster Windows contenente risorse cluster quali un indirizzo IP e il servizio Supervisore sistema di Exchange 2003.
  • Risorse   I server virtuali di Exchange includono le risorse del Servizio cluster di Windows, quali le risorse indirizzo IP, nome di rete e disco fisico. Nei server virtuali di Exchange sono anche incluse le risorse specifiche di Exchange. Dopo aver aggiunto la risorsa Istanza di Supervisore sistema di Exchange (una risorsa specifica di Exchange) a un gruppo di cluster Windows, vengono automaticamente create le altre risorse essenziali correlate a Exchange, quali Istanza server virtuale HHTP di Exchange, Istanza archivio informazioni di Exchange e Istanza applicazione di ricerca Microsoft in Exchange.

Server virtuali di Exchange

Per creare un cluster di Exchange 2003, è necessario creare un gruppo di cluster Windows Server 2003 e aggiungervi risorse specifiche. I server logici creati dai cluster di Exchange 2003 sono definiti server virtuali di Exchange. A differenza di un computer autonomo (non cluster) di Exchange 2003, un server virtuale di Exchange è un gruppo di cluster di cui è possibile eseguire il failover se sul server primario sul quale viene eseguito il server virtuale di Exchange si verifica un problema. Quando si verifica un errore in un nodo del cluster, uno dei nodi rimasti si assume le responsabilità del server virtuale in cui si è verificato l'errore. Per accedere al nuovo server, i client possono utilizzare lo stesso nome di server.

Un server virtuale di Exchange è un gruppo di cluster che richiede, come minimo, le seguenti risorse:

  • Indirizzo IP statico
  • Nome rete
  • Uno o più dischi fisici per la memoria condivisa
  • Una risorsa Supervisore sistema di Exchange 2003 (con la risorsa Supervisore sistema vengono installate altre risorse di Exchange richieste.)

Nella figura seguente sono illustrate le risorse di un cluster di Exchange 2003 e le dipendenze delle risorse.

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Nota

In Exchange 2003, le risorse IMAP4 e POP3 non vengono generate automaticamente quando si crea un nuovo server virtuale di Exchange. Per ulteriori informazioni sulle risorse IMAP4 e POP3, vedere "Gestione dei cluster di Exchange" nel Manuale dell'amministratore di Exchange Server 2003.

I computer client vengono connessi a un server virtuale di Exchange nello stesso modo in cui vengono connessi a un server autonomo di Exchange 2003. In Windows Server 2003 è disponibile la risorsa Indirizzo IP, la risorsa Nome rete e le risorse disco associate al server virtuale di Exchange. Exchange 2003 fornisce la risorsa Supervisore sistema e altre risorse richieste. Quando si crea la risorsa Supervisore sistema, vengono create tutte le altre risorse dipendenti e richieste.

Nella seguente tabella vengono elencate le risorse cluster di Exchange 2003 e le relative dipendenze.

Dipendenze e risorse cluster di Exchange 2003

Risorsa Descrizione Dipendenza

Supervisore sistema

Supervisore sistema è la risorsa fondamentale mediante la quale è possibile controllare la creazione e l'eliminazione di tutte le risorse del server virtuale di Exchange.

Risorsa Nome rete e risorse disco condiviso

Archivio di Exchange

Consente l'archiviazione di cartelle pubbliche e cassette postali per Exchange.

Supervisore sistema

SMTP

Consente la gestione dell'inoltro e del recapito dei messaggi di posta elettronica.

Supervisore sistema

IMAP4

Risorsa opzionale che consente l'accesso ai messaggi di posta elettronica per i client IMAP4.

Supervisore sistema

POP3

Risorsa opzionale che consente l'accesso ai messaggi di posta elettronica per i client POP3.

Supervisore sistema

HTTP

Consente l'accesso alle cassette postali e alle cartelle pubbliche di Exchange mediante HTTP, ad esempio Microsoft Office Outlook® 2003 Web Access 2003.

Supervisore sistema

Istanza applicazione di ricerca Microsoft in Exchange

Consente l'indicizzazione del contenuto per il server virtuale di Exchange.

Supervisore sistema

Agente di trasferimento messaggi (MTA)

In un cluster può essere presente una sola risorsa MTA, che viene creata sul primo server virtuale di Exchange. Tutti i server virtuali di Exchange aggiuntivi dipendono da tale risorsa. La risorsa MTA è responsabile della comunicazione con un sistema X.400 e dell'interoperabilità con Exchange 5.5.

Supervisore sistema

Servizio di routing

Consente la creazione delle tabelle dello stato dei collegamenti.

Supervisore sistema

I cluster di Exchange 2003 non supportano i componenti di Windows ed Exchange 2003 elencati di seguito:

  • Active Directory Connector (ADC)

  • Connettore del Calendario di Exchange 2003

  • Microsoft Exchange Connector for Lotus Notes

  • Connettore Microsoft Exchange per Novell GroupWise

  • Servizio eventi di Microsoft Exchange

  • Servizio di replica siti (SRS, Site Replication Service)

  • Protocollo NNTP (Network News Transfer Protocol)

    Nota

    Il servizio NNTP, un componente secondario del componente Windows Server 2003 Internet Information Services (IIS), è ancora un prerequisito per l'installazione di Exchange 2003 in un cluster. Dopo aver installato Exchange 2003 in un cluster, il servizio NNTP non è più operativo.

Gruppi di cluster

Quando si configura un cluster di Exchange, è necessario creare dei gruppi per gestire il cluster e i server virtuali di Exchange del cluster. Inoltre, è possibile configurare ogni server virtuale di Exchange in modo indipendente. Prima di creare gruppi di cluster, tenere presente quanto segue:

  • La risorsa Microsoft Distributed Transaction Coordinator (MSDTC) è necessaria per il programma di installazione di Exchange Server e del Service Pack. In un cluster dedicato a Exchange è consigliabile che la risorsa MSDTC venga aggiunta al gruppo di cluster predefinito. Inoltre è consigliabile deselezionare l'opzione Influisce sul gruppo per la risorsa MSDTC. In tal modo si impedisce che un errore della risorsa MSDTC possa influire sul gruppo di cluster predefinito.
  • Per ulteriori informazioni sull'aggiunta della risorsa MSDTC in Windows Server 2003, vedere l'articolo 301600 della Microsoft Knowledge Base, "Configurazione di Microsoft Distributed Transaction Coordinator in un cluster di Windows Server 2003". Nell'articolo 301600 della Microsoft Knowledge Base è incluso un riferimento all'articolo 817064, "Abilitazione dell'accesso DTC alla rete in Windows Server 2003". A scopo di protezione, in Exchange Server non viene abilitato l'accesso DTC alla rete per un cluster di Exchange. Se si configura la risorsa Distributed Transaction Coordinator per un cluster di Exchange, non abilitare l'accesso DTC alla rete.
  • Per assicurare la tolleranza di errore per il cluster, non aggiungere altre applicazioni o risorse cluster al gruppo di cluster predefinito diverse dalla risorsa MSDTC, e utilizzare il volume quorum solo per il quorum dei cluster e la risorsa MSDTC.
  • Assegnare a ogni gruppo il rispettivo insieme di risorse disco fisico. In tal modo si consente ai file del registro delle transazioni e ai file di database di eseguire contemporaneamente il failover su un altro nodo.
  • Utilizzare dischi fisici separati per archiviare i file del registro delle transazioni e i file di database. In questo modo si impedisce che l'errore di un unico asse influisca su più gruppi. Questo consiglio si applica anche ai server autonomi di Exchange.

Per ulteriori informazioni sulle considerazioni relative all'archiviazione per i cluster di server, vedere "Soluzioni di archiviazione cluster" in Considerazioni sulla pianificazione del clustering.

Risorsa disco quorum

La risorsa più importante nel cluster è la risorsa disco quorum. Nella risorsa disco quorum sono memorizzati i dati di configurazione per il cluster, inclusi il registro quorum, il punto di arresto del database del cluster e i punti di arresto delle risorse. Inoltre, la risorsa quorum consente l'archiviazione fisica permanente in caso di errori di sistema. Se è in esecuzione Windows Server 2003, è possibile scegliere i seguenti tipi di quorum:

Nota

Se si esegue Windows 2000, è necessario utilizzare il quorum standard.

  • Quorum standard (noto anche come quorum singolo)   Con un quorum standard i dati della risorsa disco quorum vengono ospitati in una risorsa disco fisico condiviso a cui possono accedere tutti i nodi cluster. Quando si utilizza un quorum standard, poiché i dati di configurazione del cluster sono memorizzati nella risorsa disco quorum, tutti i nodi del cluster devono essere in grado di comunicare con il nodo in cui sono contenuti.
  • Quorum maggioranza dei nodi   Con un quorum maggioranza dei nodi i dati del quorum vengono archiviati localmente sul disco di sistema di ogni nodo del cluster. La risorsa MNS (Majority Node Set) garantisce che i dati di configurazione del cluster archiviati nel quorum maggioranza dei nodi siano coerenti su tutti i diversi dischi.

Nella figura seguente viene illustrato un disco quorum standard e un quorum maggioranza dei nodi per un cluster a quattro nodi.

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Quando viene creato un cluster o quando si verifica un problema di comunicazione di rete tra i nodi di un cluster, grazie alla risorsa disco quorum è possibile evitare che i nodi vadano a costituire più cluster. Per costituire un cluster, è necessario essere in grado di determinare quale sia la risorsa disco quorum e diventarne proprietario. Ad esempio, se da un nodo non è possibile rilevare un cluster durante il processo di rilevamento, la costituzione di un cluster viene tentata mediante assunzione del controllo della risorsa disco quorum. Tuttavia, se dal nodo non è possibile assumere il controllo della risorsa disco quorum, il cluster non verrà costituito.

Nella risorsa disco quorum è archiviata la versione più aggiornata del database di configurazione del cluster sotto forma di registri di ripristino e di file del punto di arresto del Registro di sistema. In questi file sono contenuti i dati relativi allo stato e alla configurazione del cluster per ogni singolo nodo. Quando un nodo viene aggiunto a un cluster o costituisce un cluster, la singola copia del database di configurazione del nodo viene aggiornata dal Servizio cluster. Quando un nodo viene aggiunto a un cluster esistente, i dati di configurazione vengono recuperati da altri nodi attivi dal Servizio cluster.

I registri di ripristino della risorsa disco quorum vengono utilizzati dal Servizio cluster per eseguire le operazioni riportate di seguito:

  • Garantire che un solo insieme di nodi attivi e in grado di comunicare possa costituire un cluster.
  • Abilitare un nodo a costituire un cluster solo se è in grado di assumere il controllo della risorsa disco quorum.
  • Consentire a un nodo di unirsi o di rimanere in un cluster esistente solo se è in grado di comunicare con il nodo che controlla la risorsa disco quorum.

Nota

È consigliabile creare nuovi gruppi di cluster per i server virtuali di Exchange e non creare server virtuali di Exchange nel gruppo di cluster con la risorsa disco quorum.

Quando si seleziona il tipo di quorum per il cluster di Exchange, è consigliabile prendere in considerazione i vantaggi e gli svantaggi di ogni tipo di quorum. Ad esempio, per mantenere in esecuzione un quorum standard è necessario proteggere la risorsa disco quorum che si trova sul disco condiviso. Per questo motivo è consigliabile utilizzare una soluzione RAID per la risorsa disco quorum. Inoltre, per mantenere in esecuzione un quorum maggioranza dei nodi, è necessario che una maggioranza dei nodi sia in linea. In particolare, è necessario utilizzare la seguente equazione:

<Numero di nodi configurati nel cluster>/2 + 1.

Per informazioni dettagliate sulla selezione di un tipo di quorum per il cluster , vedere la sezione relativa alla scelta di un modello di cluster in Windows Server 2003 Deployment Kit (informazioni in lingua inglese).

Configurazioni cluster

Mediante il processo di clustering un gruppo di nodi indipendenti può funzionare come singolo sistema. Ogni nodo del cluster dispone di memoria, processori, schede di rete e dischi rigidi locali propri per i file del sistema operativo e delle applicazioni, ma condivide un supporto di archiviazione comune. Questi server possono essere connessi mediante una rete privata separata, utilizzata esclusivamente per la comunicazione cluster tra i nodi.

In genere, per ogni nodo del cluster è consigliabile utilizzare lo stesso hardware (ad esempio, schede di rete, quantità di RAM e processori identici). In tal modo è possibile assicurare agli utenti un livello coerente delle prestazioni quando accedono alle proprie cassette postali su un server back-end, indipendentemente dal fatto che il server virtuale di Exchange che fornisce l'accesso venga eseguito su un server primario o su un nodo standby. Per ulteriori informazioni sui vantaggi dell'utilizzo di hardware standard sui server, vedere "Hardware standard" in Misure per la tolleranza di errore a livello di componenti.

Nota

In base ai ruoli di ogni nodo del cluster è possibile considerare la possibilità di utilizzare diversi tipi di hardware (ad esempio processori, RAM e dischi rigidi) per i nodi passivi del cluster. Ad esempio, nel caso di una soluzione avanzata di implementazione che utilizza i nodi passivi del cluster per eseguire le operazioni di backup. Per informazioni su come implementare i diversi tipi di hardware sui nodi del cluster, vedere Messaging Backup and Restore at Microsoft (informazioni in lingua inglese).

Nelle sezioni seguenti vengono descritte le configurazioni cluster di Exchange 2003, in particolare le configurazioni di tipo attivo/passivo e attivo/attivo. I clustering di tipo attivo/passivo rappresentano la migliore configurazione cluster per Exchange. In una configurazione di tipo attivo/passivo in nessun nodo del cluster viene eseguito più di un server virtuale di Exchange alla volta. Inoltre, in un clustering di tipo attivo/passivo sono presenti più nodi del cluster che server virtuali.

Nota

Prima di configurare i cluster di Exchange 2003, è necessario determinare il livello di disponibilità previsto per gli utenti e quindi configurare l'hardware in base al cluster di Exchange 2003 che meglio soddisfa le proprie esigenze.

Clustering di tipo attivo/passivo

Il clustering di tipo attivo/passivo rappresenta la migliore configurazione cluster per Exchange. Nel clustering di tipo attivo/passivo un cluster di Exchange si compone di una massimo di otto nodi e può ospitare fino a sette server virtuali di Exchange. In ogni nodo attivo viene eseguito un server virtuale. Tutti i cluster di tipo attivo/passivo devono disporre di almeno un nodo passivo. Un nodo passivo è un server in cui è installato Exchange e che è configurato per eseguire un server virtuale di Exchange, ma che rimane in standby fino a quando non si verifica un errore.

Quando si verifica un errore in uno dei server virtuali di Exchange di un clustering di tipo attivo/passivo (o il server viene portato fuori linea), un nodo passivo del cluster diventa proprietario del server virtuale che veniva eseguito sul nodo in cui si è verificato l'errore. In base al carico corrente del nodo in cui si è verificato l'errore, dopo pochi minuti viene eseguito il failover del server virtuale a un altro nodo. Di conseguenza, le risorse di Exchange sul cluster non saranno disponibili agli utenti solo per un breve periodo di tempo.

In un cluster con tre nodi attivi e uno passivo, come quello illustrato nella figura seguente, sono presenti tre server virtuali di Exchange: EVS1, EVS2 ed EVS3. Questa configurazione consente di gestire l'errore di un singolo nodo. Se, ad esempio, si verifica un errore sul Nodo 3, il Nodo 1 dispone del server EVS1, il Nodo 2 dispone del server EVS2 e il Nodo 4 diventa proprietario del server EVS3 e di tutti i gruppi di archiviazione installati dopo l'errore. Tuttavia, se si verifica un errore in un altro nodo mentre il Nodo 3 non è ancora disponibile, il server virtuale di Exchange associato al nodo danneggiato rimane in stato di errore poiché non sono più disponibili altri nodi standby per il failover.

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Clustering di tipo attivo/attivo

Il clustering di tipo attivo/attivo non è una configurazione cluster consigliata per Exchange. Quando si utilizza una configurazione di tipo attivo/attivo per i cluster di Exchange, è possibile utilizzare soltanto due nodi. Se si desiderano più di due nodi, uno di essi dovrà essere passivo. Ad esempio, se si aggiunge un nodo a un cluster di tipo attivo/attivo a due nodi, in Exchange non sarà possibile creare un terzo server virtuale. Inoltre, dopo aver installato il terzo nodo, in ogni nodo del cluster potrà essere eseguito solo un server virtuale di Exchange alla volta.

Importante

Indipendentemente dalla versione di Windows in esecuzione, in Exchange 2003 e in Exchange 2000 non sono supportati clustering di tipo attivo/attivo con più di due nodi. Per ulteriori informazioni, vedere l'articolo 329208 della Microsoft Knowledge Base, "Limitazioni del server virtuale di Exchange Server sui cluster Exchange 2000 ed Exchange 2003 che dispongono di più di due nodi".

In un cluster di tipo attivo/attivo sono presenti solo due server virtuali di Exchange: EVS1 ed EVS2. In questa configurazione è possibile gestire gli errori in un unico nodo e mantenere comunque la completa disponibilità dopo che si è verificato l'errore. Questo significa che se si verifica un errore sul Nodo 2, il Nodo 1 che attualmente dispone del server EVS1 diventa proprietario anche del server EVS2 e di tutti i gruppi di archiviazione installati. Tuttavia, se si verifica un errore nel Nodo 1 mentre il Nodo 2 non è ancora disponibile, l'errore interesserà l'intero cluster poiché non è più disponibile alcun nodo per il failover.

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Se si decide di implementare il clustering di tipo attivo/attivo, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • Requisiti di scalabilità   Per consentire prestazioni ottimali dopo il failover e per assicurare che un singolo nodo del cluster di tipo attivo/attivo sia in grado di portare in linea il secondo server virtuale di Exchange, è necessario assicurarsi che il numero di connessioni utente MAPI simultanee a ogni nodo attivo non superi il valore di 1.900. Inoltre, è necessario accertarsi che l'utilizzo medio della CPU da parte del servizio Archivio informazioni di Microsoft Exchange (store.exe) in ogni nodo non superi il 40%.
    Per informazioni dettagliate su come stabilire le dimensioni di un server virtuale di Exchange in esecuzione in un cluster di tipo attivo/attivo e come monitorare una configurazione di tipo attivo/attivo, vedere "Considerazioni su prestazioni e scalabilità" in Considerazioni sulla pianificazione del clustering.
  • Requisiti dei gruppi di archiviazione   Come nel caso dei server di Exchange autonomi, ogni nodo del cluster di Exchange è limitato a quattro gruppi di archiviazione. Nel caso di un failover, per un singolo nodo di un cluster di tipo attivo/attivo in cui devono essere installati tutti i gruppi di archiviazione del cluster, non è possibile disporre di più di quattro gruppi di archiviazione nell'intero cluster.
    Per ulteriori informazioni su questa limitazione, vedere "Limitazioni relative ai gruppi di archiviazione" in Considerazioni sulla pianificazione del clustering.

A causa dei limiti di scalabilità dei cluster di tipo attivo/attivo di Exchange, è consigliabile implementare cluster di Exchange di tipo attivo/passivo. I cluster di tipo attivo/attivo non sono consigliati in alcuna circostanza.

Esempio di topologia cluster a due nodi

Sebbene una tipica topologia cluster sia composta da più di due nodi, un modo semplice per descrivere le differenze tra cluster di tipo attivo/passivo e cluster di tipo attivo/attivo consiste nell'illustrare una topologia cluster semplice a due nodi.

In questo esempio entrambi i nodi cluster sono membri dello stesso dominio ed entrambi sono connessi alla rete pubblica e a una rete cluster privata. La risorsa disco fisico è il disco condiviso nel cluster. Se un solo nodo del cluster è proprietario di un server virtuale di Exchange, il cluster è di tipo attivo/passivo. Se entrambi i nodi sono proprietari di uno o più server virtuali di Exchange, o se entrambi i nodi sono proprietari di due server virtuali di Exchange, il cluster è di tipo attivo/attivo.

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Requisiti delle edizioni di Windows ed Exchange

Per creare cluster di Exchange sono necessarie edizioni specifiche di Windows ed Exchange. Nella tabella seguente sono elencati i requisiti necessari.

Requisiti delle edizioni di Windows ed Exchange

Edizioni di Windows Edizioni di Exchange Nodi cluster disponibili

Windows Server 2003 Enterprise Edition

Exchange Server 2003 Enterprise Edition

Fino a otto

Windows Server 2003 Datacenter Edition

Exchange Server 2003 Enterprise Edition

Fino a otto

Windows Server 2003 oppure Windows Server 2000

Exchange Server 2003 Standard Edition

Nessuna

Windows Server 2003 Standard Edition oppure Windows 2000 Server

Exchange Server 2003 Standard Edition oppure Exchange Server 2003 Enterprise Edition

Nessuna

Windows 2000 Advanced Server

Exchange Server 2003 Enterprise Edition

Fino a due

Windows 2000 Datacenter Server

Exchange Server 2003 Enterprise Edition

Fino a quattro

Nota

Nel clustering di tipo attivo/passivo è possibile includere fino a otto nodi in un cluster ed è necessario che in ogni cluster sia presente almeno un nodo passivo. Nel clustering di tipo attivo/attivo è possibile includere fino a due nodi in un cluster. Per ulteriori informazioni sulle differenze tra clustering di tipo attivo/passivo e attivo/attivo, vedere "Configurazioni cluster" in questo argomento.

Concetti relativi ai failover

Come parte della procedura di pianificazione della distribuzione cluster, è necessario comprendere il funzionamento del processo di failover. Per il failover sono possibili due scenari: failover pianificato e non pianificato.

Failover pianificato:

  1. L'amministratore di Exchange utilizza il Servizio cluster per spostare il server virtuale su un altro nodo.
  2. Tutte le risorse server virtuale di Exchange vengono portate non in linea.
  3. Le risorse vengono spostate sul nodo specificato dall'amministratore di Exchange.
  4. Tutte le risorse server virtuale di Exchange vengono riportate in linea.

Failover non pianificato:

  1. Si verifica un problema su una o più risorse del server virtuale di Exchange.
  2. Durante il successivo controllo IsAlive del monitor risorse viene rilevato l'errore della risorsa.
  3. Tutte le risorse dipendenti vengono automaticamente portate non in linea dal Servizio cluster.
  4. Se la risorsa in cui si è verificato l'errore è configurata per il riavvio (impostazione predefinita), viene tentato il riavvio di questa risorsa e di tutte le risorse dipendenti.
  5. Se l'errore della risorsa persiste:
    • Viene nuovamente tentato il riavvio della risorsa.
      Oppure
    • Se la risorsa è configurata per influire sul gruppo (impostazione predefinita) e l'errore della risorsa si è verificato un numero specifico di volte (l'impostazione predefinita è 3) in un intervallo di tempo configurato (l'impostazione predefinita è 900 secondi), tutte le risorse disponibili sul server virtuale di Exchange vengono portate non in linea dal Servizio cluster.
  6. Viene eseguito il failover (spostamento) di tutte le risorse a un altro nodo del cluster. Se specificato, si tratta del nodo successivo nell'elenco Proprietari preferiti. Per ulteriori informazioni sulla configurazione di un proprietario preferito, vedere "Impostazione dei proprietari preferiti" in Manuale dell'amministratore di Exchange Server 2003.
  7. Il Servizio cluster tenta di riportare in linea tutte le risorse del server virtuale di Exchange sul nuovo nodo.
  8. Se si verifica un errore della stessa o di un'altra risorsa sul nuovo nodo, vengono ripetute le operazioni precedenti ed è possibile che occorra eseguire il failover a un altro nodo o al nodo originale.
  9. Se il failover del server virtuale di Exchange continua, verrà eseguito per un numero massimo di volte (l'impostazione predefinita è 10) entro un intervallo di tempo specifico (l'impostazione predefinita è 6 ore). Alla scadenza di questo intervallo di tempo, il server virtuale di Exchange rimane in uno stato di errore.
  10. Se il failback è configurato (per impostazione predefinita, è disattivato), il server virtuale di Exchange viene spostato sul nodo originale non appena quest'ultimo diventa disponibile o in un'ora specificata del giorno se il nodo originale è nuovamente disponibile, a seconda della configurazione del gruppo.

Indirizzi IP e nomi di rete

L'installazione tipica di un cluster include una rete pubblica, utilizzata dai computer client per connettersi ai server virtuali di Exchange, e una rete privata, per la comunicazione tra i nodi del cluster. Per assicurarsi di disporre di un numero sufficiente di indirizzi IP statici, è necessario tenere presenti i requisiti indicati di seguito:

  • Ogni nodo del cluster dispone di due indirizzi IP statici (gli indirizzi IP delle reti privata e pubblica di ciascun nodo) e di un nome NetBIOS.
  • Il cluster stesso dispone di un indirizzo IP statico e di un nome NetBIOS.
  • Ogni server virtuale di Exchange dispone di un indirizzo IP statico e di un nome NetBIOS.

È consigliabile che un cluster di <n> nodi con <e> server virtuali di Exchange utilizzi 2×n + e + 1 indirizzi IP. Il valore +1 in questa equazione presume che sia la risorsa disco quorum sia la risorsa MSDTC si trovino nel gruppo di cluster predefinito. Per ulteriori informazioni su questi consigli, vedere “Gruppi di cluster ” in questo argomento.

Per un cluster a due nodi il numero consigliato di indirizzi IP statici è 5 + il numero di server virtuali di Exchange. Per un cluster a quattro nodi il numero consigliato è 9 + il numero di server virtuali di Exchange.

Importante

È consigliabile utilizzare indirizzi IP statici in qualunque distribuzione di cluster. L'utilizzo del protocollo DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) impedisce ai computer client di connettersi al cluster (DHCP) ed è possibile che si verifichi un problema a livello dell'intero cluster se la licenza dell'indirizzo IP non viene rinnovata dal server DHCP. È anche consigliabile utilizzare una rete privata per la comunicazione tra cluster, poiché un errore di connessione alla rete pubblica di un nodo impedirà ai nodi del cluster di comunicare. Di conseguenza non verrà eseguito il failover delle risorse interessate e potrebbe verificarsi un errore a livello dell'intero cluster.

Nella figura seguente viene fornito un esempio degli indirizzi IP e di altri componenti richiesti in una configurazione cluster di Exchange a quattro nodi.

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